Storia di una
malattia sociale:
l’emicrania
Sono veramente pochi quei fortunati che mai hanno sperimentato nel corso della vita il mal di testa.
Dei sette miliardi di individui che popolano questo pianeta, quasi il novanta per cento di essi (forse anche più) potrebbe descrivere senza difficoltà quella fastidiosa e dolorosa esperienza che è il mal di testa o, per dirla con termine più scientifico, la cefalea.
Il 12-20 % di quei sette miliardi di uomini e donne, ahimè, conosce benissimo “le amare pene” di quel particolare tipo di mal di testa che è l’emicrania: una delle forme più dolorose e insopportabili di cefalea, capace di turbare e non poco, l’esistenza di chi ne soffre con insistenza, arrivando a peggiorarne, per alcuni in maniera notevolissima, la qualità della vita.
EMICRANIA
quanto ci costi!
Ogni mattina molti di quei dodici milioni (per parlare solo degli italiani) di emicranici si alzano dal proprio letto sofferenti e molti di essi sono costretti oltre che ad assumere analgesici, anche ad isolarsi in una stanza completamente buia e silenziosa della casa e a chiamare il proprio medico o l’ufficio: “Signor capoufficio, mi dispiace ma oggi non ce la faccio proprio a venire a lavorare!“
Ogni anno nel nostro paese si calcola che vengano perse dodici milioni di giornate di lavoro a causa dell’emicrania; in Italia i costi sociali di questa malattia, in termini di riduzione di produttività raggiungono cifre sbalorditive: quasi il costo di una finanziaria, 4 o 5 mila miliardi a cui si aggiungono, sempre annualmente, circa 2.500 miliardi di farmaci antiemicranici.
Del resto per capire l’enorme interesse anche commerciale che c’è intorno al problema, basti pensare alle svariate pubblicità sui mass media di “miracolosi farmaci che tolgono in un attimo anche il mal di testa più insistente”.
È facile trarre la conclusione che stiamo davvero parlando di una malattia sociale, per quanto sono imponenti le conseguenze di questo disturbo nella società.
Dicevo prima che in Italia sono circa dodici milioni coloro che soffrono in modo più o meno intenso e frequente di emicrania ed aggiungo: per gran parte sono donne (8 milioni circa).
Per tantissimi di loro, emicrania non significa soltanto crisi dolorosissime, ma anche, a causa e per conseguenza di essa, cattivi rapporti con il partner (40%), i familiari (50%) e, addirittura, rinuncia alle attività sociali (30 %).
Qualcuno obietterà: addirittura conflitti coniugali?
Proprio così: convivere con una moglie o un marito che uno, due o anche più volte durante la settimana, si lamenta di cefalea insopportabile e si isola per tutta la giornata, estraniandosi dalle attività familiari e mostrando irritabilità e nervosismo, dicevo convivere con questa persona, può non essere facile, può stancare, particolarmente quando non le si crede e si pensa che sia tutto una finzione!
No, non è uno scherzo: uno dei problemi principali di un emicranico è che spesso o sempre non è creduto dal partner, dal familiare, dal datore di lavoro, dai colleghi, dagli insegnanti.
L’emicranico spesso è solo, contro tutti: l’esperienza, spesso insopportabile, del dolore che già di per sé isola dal mondo, si associa alla rabbia e alla delusione del non essere creduto dagli altri.
“Dottore, questa donna finge sempre: pur di non cucinare o di non uscire di casa con me, si inventa continui mal di testa. Ho deciso di lasciarla! Ne ho già parlato con l’avvocato“
Credete che io esageri ?
No, non esagero assolutamente: potrei descrivervi decine di miei pazienti con queste storie; decine di uomini e donne che hanno chiuso il matrimonio per problemi di questo tipo; decine di lavoratori guardati in cagnesco dal datore di lavoro ed isolati sul posto di lavoro.
È frequentissimo che il paziente richieda delle certificazioni specialistiche da mostrare in ufficio o in azienda o fabbrica:
“Si certifica che Maria Rossi è affetta da emicrania tendente a cronicizzazione… il permanere molte ore dinanzi al video del computer ne accentua la suscettibilità alle crisi…” ecc. ecc.
Ricordo molto bene il caso di una donna, moglie di un uomo particolarmente influente e facoltoso nonché molto colto.
Questa signora era affetta da una emicrania praticamente cronicizzata e da molti anni veniva trattata per una psicolabile nevrotica e quindi curata con intense dosi di tranquillanti e psicofarmaci, che ne avevano spento le energie e gli entusiasmi: una donna distrutta nell’ambito di un rapporto matrimoniale distrutto!
Ebbene, il solo averle detto che il suo problema, quel suo mal di testa continuo, non era solo frutto di un sistema nervoso fragile o di una psiche turbata, ma una malattia di nome emicrania, servì a darle una emozione intensa. Piangendo mi disse: “Finalmente qualcuno a cui posso raccontare il mio mal di testa senza sentirmi trattare come una pazza!”.
Riuscire a curare bene una emicrania cronicizzata non è facile, ma vi assicuro che dopo la cura farmacologia, la qualità di vita della paziente era completamente cambiata.
Tra l’altro l’emicrania può colpire molto presto in età, probabilmente anche in fasce: chi ci dice che un pianto improvviso del lattante, figlio di genitori emicranici, non possa qualche volta essere in relazione ad una precocissima crisi emicranica?
Crisi certe e documentate vengono descritte dall’epoca in cui il bambino riesce a comunicare con gli altri e quindi ad indicare eventualmente dove ha dolore.
Non di rado è proprio la tendenza ad avere più crisi emicraniche che pregiudica il rendimento scolastico dei piccoli emicranici e la conseguente considerazione degli insegnanti: “Luigino quando non studi ti lamenti sempre del mal di testa; non fai i compiti per il mal di testa; non vuoi essere interrogato perché hai il mal di testa… sei un bugiardo! Ragazzi, Luigino non è per nulla un buon esempio. “
E il povero Luigino che non viene creduto e passa per bugiardo, oltre a soffrire del mal di testa, soffre di questa scarsa considerazione a scuola e forse diventerà davvero, per reazione, un fannullone!
Mara per paura di prendere vento e di avere mal di testa esce quasi per niente di casa (e il marito non ne può più!); Demetrio non beve più niente (solo acqua) perché ha avuto tante crisi legate a bicchieri anche scarsi di vino (e lui è un grosso produttore di vini!); Elena, che ha già un bel caratterino, durante i giorni del ciclo ( di per sé abbastanza stressante ed irritante per la donna) ha spesso crisi emicraniche e diventa assolutamente insopportabile!
Fra le tantissime cefalee, sicuramente l’emicrania è tra le più diffuse ed affascinanti sul piano scientifico. Probabilmente nata con l’uomo: le prime descrizioni di questa forma di mal di testa risalgono a 3000 anni a.C..
La dea Minerva, dea della sapienza, nel mito, nasce dal cranio di Giove, dopo che una violentissima crisi emicranica ne spacca la testa. Platone nel dialogo “Charmides“ fa dire a Socrate come è possibile curare il mal di testa.
Aredeo di Cappadocia, medico ai tempi di Nerone (30-90 d.C) descrive la forma emicranica con mal di testa e nausea e la differenzia da altre forme di cefalea. Sant'Antonio da Padova invece combatteva l’emicrania procurandosi, mediante bruciature alle tempie, un dolore ancora più forte.
Oggi direi, sappiamo quasi tutto del “mal di testa” e quasi tutto dell’emicrania: ne conosciamo quasi completamente i meccanismi scatenanti e abbiamo a disposizione terapie molto efficaci.
Oggi si cura perfettamente quasi ogni forma di cefalea: tutto sta a fare una diagnosi chiara per districarsi nel labirinto delle cefalee. Dopo di che la terapia promette grosse soddisfazioni al medico che la propone ed innanzitutto al paziente che in poche settimane assiste a profondi cambiamenti e miglioramenti sia del mal di testa che della qualità della propria vita.
Vi assicuro che è davvero gratificante per un medico rivedere a distanza di uno o due mesi un paziente nettamente migliorato nei disturbi e chiaramente rinfrancato nel morale.
Purtroppo, non tutte le false opinioni e le sbagliate credenze sul “mal di testa” sono state superate: molte persone credono di dover continuare a convivere per tutta la vita con la cefalea e in questo sostenute, a volte, anche da cattive interpretazioni di alcuni medici: “Che vuoi fare, devi rassegnarti… il mal di testa te lo devi tenere! “.
L’artrosi cervicale spesso chiamata in causa (a tutte le età!) per giustificare tutti i tipi di mal di testa, in realtà quasi mai centra qualcosa con “certe” crisi di cefalea. Così come certe sinusiti che guariscono in giornata!
Oggi grazie ai risultati della ricerca scientifica e alla introduzione di cure molto efficaci, sappiamo che per le donne non è indispensabile mettere al mondo figli per dimenticare le crisi emicraniche (una vecchia storia popolare racconta che nei decenni passati le donne affrontavano di buon grado una nuova gravidanza poiché sapevano che nei nove mesi di “attesa” non avrebbero avuto mal di testa!).
Una corretta diagnosi ed una successiva terapia saranno sufficienti ad allentare la morsa di quei lunghi fazzoletti che le donne di un tempo, ma anche quelle di oggi, usavano ed usano ancor oggi stringere intorno alle tempie per allentare la dolorosa sensazione di questa terribile emicrania.